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La cucina nelle saline - Il pane

I salinai piranesi, soprattutto quelli che lavoravano nelle saline di Lucia e Strugnano, facevano il pane a casa o lo comperavano nei panifici circostanti, mentre i salinai di Sicciole usavano fare il pane anche nei forni comuni presenti nelle saline stesse. In passato c’erano un forno a Lera e tre a Fontanigge.

 

Ogni famiglia di salinai preparava il pane una volta alla settimana. Quando non avevano ancora il lievito, le casalinghe lo preparavano a casa. Impastavano il pane e mettevano da parte un pezzo d’impasto. Lo ungevano con olio e lo mettevano su un piatto dove riposava fino alla successiva cottura. La sera prima di fare il pane, l'impasto riposato veniva schiacciato in una ciotola d'acqua e cosparso di farina. Il mattino seguente mischiavano il composto con la farina e impastavano il nuovo pane, dal quale veniva nuovamente conservato un pezzo d'impasto per il pane della settimana dopo. Il lievito così preparato veniva chiamato "el levado".

 

Le salinaie impastavano il pane in recipienti di legno: “L`albol” o “panarol”, una specie di tavolo con coperchio. La lievitazione del pane avveniva nei “concoli” ovvero vassoi concavi.

 

 

Più famiglie adoperavano lo stesso forno per il pane. Per non confonderlo tra loro, era contrassegnato con sigilli, con iniziali di famiglia incise o forgiate. Molto comuni erano i sigilli di forma rotonda od ovale, meno quelli rettangolari, rarissimi quelli triangolari. I sigilli in legno venivano fabbricati con legno dagli stessi salinai, quelli di metallo venivano invece battuti dai fabbri del paese.

 

 

La collezione museale presenta nove sigilli, che appartenevano alle antiche casate piranesi dei Bonifacio, dei Zamarin, dei Ruzzier, dei Basso, dei Rigutti ecc. Il più antico dei sigilli porta la data 1868. Sul manico è intagliato uno scudo con la croce, simbolo della città di Pirano e del suo protettore San Giorgio. La stampa porta le iniziali OR con motivo a viticci e croce e ha un bordo seghettato. Era proprietà di Odorico Ravalico dell’influente famiglia piranese dei Furegoni. 

 

 

 

Il pane cotto nelle saline aveva anche una forma speciale. Il pane quotidiano più comune era il “pan a quattro corneti” o le “bighette”, mentre per le festività si facevano pinze, “titize” - pandolce a forma di treccia con un uovo pasquale in mezzo e “busolaie” - piccoli dolci con un buco nel mezzo. 

 

 

 

Nell'ambito del progetto La cucine nelle saline, Sarah e Adam Vuk Brajko, del ristorante "La Bottega dei sapori", hanno preparato il pane con il lievito madre e lo hanno cotto nel forno per il pane. 

Guardate la presentazione e fate il proprio pane a casa.

 

 

 

Mentre aspettate la cottura del pane potete colorare il disegno delle saline. 

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