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STORIA

 

Il Museo del Mare fu fondato nel 1954 come Museo Civico di Pirano. Suo primo direttore fu nominato lo storico dr. Miroslav Pahor. Su iniziativa del presidente del Club dei Marinai della Repubblica popolare di Slovenia, il nuovo museo assunse a poco a poco un orientamento sempre più marittimo.

Grazie al nuovo indirizzo programmatico, il direttore Pahor poté contare sulla collaborazione degli altri musei sloveni, che prestarono o cedettero i loro oggetti marittimi al museo piranese. Con l'acquisizione di nuovi oggetti, oltre alle raccolte civiche, il museo allestì anche le prime raccolte marittime. Lo studio della storia marittima coinvolse esperti rinomati come ad es. lo storico dr. Ferdo Gestrin.


Fino al 1963, la raccolta del materiale riguardò soltanto il territorio del comune di Pirano; dal 1963 in poi, grazie ai finanziamenti repubblicani, il museo iniziò a operare anche fuori del territorio comunale, dapprima nell'area della Slovenia e successivamente anche in Croazia e Montenegro. Con la sua collezione molto specifica, il museo divenne l'unico museo di questo genere in Slovenia. Nel 1967, il Museo Civico fu ribattezzato in Museo del Mare »Sergej Mašera« Pirano. Porta il nome del tenente di vascello di nazionalità slovena della Regia Marina Militare Jugoslava che, il 17 aprile 1941 dopo la capitolazione della Jugoslavia, insieme al suo compagno di scuola il tenente di vascello di nazionalità serba, Milan Spasić, minò e affondò il cacciatorpediniere "Zagreb" per non farlo cadere in mani della marina italiana occupatrice. Mašera e Spasić, che seguirono il destino della nave e affondarono con essa, furono proclamati eroi nazionali jugoslavi.


Gli operatori museali del Museo del Mare raccolsero moltissimo materiale e informazioni sulla storia marittima slovena di Pirano e del Litorale sloveno ma anche di tutta l'Istria. Allargarono inoltre il loro raggio di studio, raccolta ed esposizione del materiale museale marittimo a tutto il territorio della Repubblica Socialista di Slovenia. Durante questo periodo, l'attività del museo si focalizzò sulla storia della marineria, che all'epoca, per la museologia slovena, fu un'attività completamente nuova. Tale attività museale diede gradualmente i suoi frutti.


Nei rapporti di lavoro leggiamo che già a quell'epoca il museo, oltre alla raccolta storico-culturale e marittima aveva anche raccolte permanenti di archeologia, etnografia e un lapidario mentre la collezione numismatica non era esposta. Poiché nel museo andava accumulandosi sempre più materiale marinaresco di etnologia e storia dell'arte che era in attesa di elaborazione e presentazione professionale, il museo ebbe bisogno di nuovi esperti.


Nuovi quadri professionali e nuove metodologie di lavoro, contraddistinsero gli anni a seguire.


I curatori museali svolgono regolarmente e appassionatamente attività professionali, pubblicistiche, pedagogiche nonché di ricerca, studio, esposizione e progettazione senza trascurare la consolidata politica di raccolta di oggetti e reperti.


È nell'interesse di tutti comprendere le genti, l'ambiente e la società in cui viviamo e preservare il patrimonio marittimo di quest'area come pure la tradizione marittima nell'entroterra sloveno.

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