Il bicchiere in vetro da Fisine
FIZ1 106
Nel corso degli scavi archeologici sottomarini, condotti nel 2018 nell’area di Fisine dal Consorzio archeologico subacqueo sotto la direzione dell’Ente per l’archeologia subacquea, nel segmento superiore dell’unità stratigrafica 1002, tra i 60 e gli 80 cm di profondità, oltre a numerosi reperti del periodo romano sono stati rinvenuti anche singoli oggetti pertinenti al medioevo e all’età moderna, tra cui i frammenti di un bicchiere in vetro del XIV secolo.
Il bicchiere non è decorato, ha una sobria forma troncoconica, pareti estremamente sottili e un leggero incavo sul fondo. Sembra sia stato soffiato a stampo e con tutta probabilità appartiene al XIV secolo.
Il fondo si presenta integro, manca però all’incirca il 50% delle pareti e il 40% del bordo. La superficie vitrea è leggermente opaca a causa dei vari secoli di giacitura in ambiente subacqueo, tuttavia, il bicchiere è in buono stato di conservazione. Si notano delle bolle d’aria dovute alla tecnica di produzione.
Siccome i due frammenti sono combacianti e c’erano abbastanza elementi per ricostruirlo, la conservatrice-restauratrice Ajda Purger ha operato questo intervento di ricomposizione.
Per prevenire futuri danni, come si fa con tutti i reperti provenienti da siti subacquei, nel 2019 si è proceduto dapprima al trattamento di desalinizzazione mediante immersioni in acqua dolce, cambiandola più volte, e alle misurazioni dei sali estratti per poi passare, nel 2021, a un’attenta pulitura meccanica impiegando acqua distillata e infine all’assemblaggio dei due frammenti asciugati usando una resina specifica per il restauro dei vetri.
Si è arrivati così all’operazione più complessa dell’intervento - l’integrazione delle parti mancanti, per la quale è stato utilizzato il metodo delle matrici trasparenti, ideato dal conservatore-restauratore Gorazd Lemajič. In primo luogo, da un calco in silicone dell’originale è stato ottenuto un positivo in gesso, dal quale si è poi ricavato uno stampo in PVC trasparente. Il calco siliconico interno e lo stampo trasparente esterno sono stati temporaneamente fissati sull’originale per consentire la colatura nella parte mancante di una resina epossidica specifica per il restauro di materiale vitreo.
Essendo il colore del bicchiere molto chiaro, si è scelto di non procedere all’ritocco cromatico della resina che ha colmato la lacuna. In questo modo l’integrazione trasparente non disturba la visione d’insieme ma è comunque riconoscibile da vicino.
L’oggetto si può ammirare dal vivo alla mostra “I segreti di Fisine” fino al 1. ottobre 2022.
Per ulteriori informazioni: https://pomorskimuzej.si/it/avvenimenti
Bibliografia:
Draksler Matej, Perko Matic, Štajdohar Jasna, Arheološke raziskave za rekonstrukcijo in novogradnjo objekta “Celovita ureditev pomola UL FPP in GEPŠ Piran v Portorožu, Prvo strokovno poročilo o raziskavi 18-0331
Lemajič Gorazd, Dopolnjevanje votlega stekla z uporabo transparentnega kalupa, Argo : Časopis Slovenskih Muzejev = Journal of the Slovene Museums,48(2), Ljubljana 2005, 119–126.
Ajda Purger, Snježana Karinja