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I segreti di Fisine

Al Museo del Mare di Pirano è stata allestita una mostra temporanea intitolata "I Segreti di Fizin" dal 17 dicembre 2021 al 1 ottobre 2022. La mostra è stata organizzata dal Museo del Mare di Pirano e dai partner associati nel Consorzio Archeologico Subacqueo - Istituto per l'Archeologia Subacquea, il Gruppo STIK, il Dipartimento di Archeologia FF UL, il Centro per l'Archeologia Preventiva, l'Istituto per la Tutela del Patrimonio Culturale Sloveno e le aziende Avgusta e Cpa-Potapljanje Servis.

 

Progetto: Snježana Karinja, Andrej Gaspari; Coordinatrice del progetto espositivo: Snježana Karinja; Autori dei testi della mostra : Snježana Karinja, Andrej Gaspari, Rene Masaryk, Matej Draksler, Verena Vidrih Perko, Jaka Bizjak, Iris Bekljanov Zidanšek, Ajda Purger, Mojca Fras; Collaboratori :Veronika Bjelica, Maruša Bizjak, Blanka Štibilj, Ajda Purger, Daniela Milotti Bertoni, Damjana Kodarin; Traduttrice nella lingua dei segni slovena: Maja Kuzma Ganić; Foto: Andrea Kiss, David Badovinac, Arne Hodalič, Andrej Gaspari, Miran Erič, Matic Perko, Borut Slokan, Mihael Huszar, Danijel Germek, Jasna Štajdohar, Andrej Blatnik; Disegni: Matej Draksler, Petra Jendrašić, Rudi Krže Volčič, Ilonka Hajnal; Rilievo batimetrico delle strutture in pietra e delle maone: Sašo Poglajen; Modelli 3D delle situazioni archaeologiche : Tomaš Kiss, Zavod za Podvodno Arheologijo; Angolo pedagogico : Veronika Bjelica, Ajda Purger, Snježana Karinja;Progetto grafico e impaginazione: Milena Oblak Erznožnik   
  

Con questa mostra desideriamo richiamare l'attenzione sull'importanza delle ricerche archeologiche subacquee, delle scoperte e delle relative interpretazioni, dei progressi nelle tecniche e nella metodologia di documentazione, della tutela dei monumenti archeologici e del patrimonio culturale in genere. A Fisine sono state ritrovate diverse migliaia di piccoli reperti che sono conservati presso il Museo del mare: una mostra permanente offre ai visitatori la possibilità di ammirarne diversi. Molti risultano apparentemente insignificanti, tuttavia la loro provenienza dalle coste del Mediterraneo orientale non è che un’ulteriore prova del fatto che il mare in questo territorio è quel fattore che unisce e rappresenta una finestra aperta sul mondo. 
Il complesso insediativo con il porto e la peschiera a Fisine, risalente all’epoca romana, è uno dei più interessanti siti archeologici sulla costa dell’Istria slovena. Grazie alla sua posizione naturalmente protetta dai venti settentrionali e il fertile e soleggiato pendio che si estende sotto Santiane e Croce Bianca, l’area compresa tra il piccolo promontorio di S. Bernardino e i magazzini del sale nella parte occidentale della baia di Portorose fu abitata almeno a partire dalla seconda metà del I secolo a. C. sino al VI/VII secolo d.C. 

 

Già nel corso delle prime indagini subacquee e degli scavi effettuati dal Museo del mare di Pirano (allora ancora Museo civico) in collaborazione con il Centro per le ricerche subacquee sotto la direzione dell'archeologa Elica Boltin-Tome negli anni 1963-1964 sono stati rinvenuti numerosi reperti ceramici, tra cui anche delle anfore conservate quasi integralmente. L'ispezione subacquea ed i sondaggi sono stati eseguiti dal preparatore del Museo e sommozzatore Mihael Huszar. In quel periodo nel golfo di Pirano, presso Salvore, era in corso lo scavo di un relitto romano sotto la direzione del Museo archeologico dell’Istria e la moderna archeologia subacquea iniziava a muovere i primi passi. Alcuni collaboratori del Museo del mare parteciparono anche a questa campagna acquisendo nuove conoscenze ed esperienze. 
Una nuova prospezione del sito, che negli anni 1984 e 1985 è stata effettuata dal gruppo subacqueo del Dipartimento di archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Lubiana in collaborazione con il Museo del mare di Pirano, ha restituito ulteriori reperti e indicazioni aggiuntive. Le conoscenze circa le caratteristiche costruttive, l’estensione, la cronologia nonché la destinazione d’uso delle strutture sotto la superficie marina sono state approfondite dalle indagini del Gruppo per l’archeologia subacquea negli anni 2004 e 2005. Ai rilievi batimetrici con il sonar, all’esame strutturale e alle misurazioni geodetiche dei muri di pietra con ruderi, ha fatto seguito nel 2005 un sondaggio subacqueo in un angolo dell’ambiente orientale della costruzione. Dati ancora più precisi sull’estensione e la conformazione del fondale marino nell’area più ampia del sito sono stati forniti dalle misurazioni con ecoscandaglio multibeam (a fascio multiplo), effettuate nel 2006 dalla società Harpha Sea.
Gli scavi archeologici di emergenza a Fisine, eseguiti nel maggio del 2017 e tra ottobre e dicembre del 2018 dall’equipe del Consorzio archeologico subacqueo sotto la direzione dell’Ente per l’archeologia subacquea prima dei lavori di rinnovo del molo nella parte occidentale della baia, hanno restituito reperti inattesi relativi all’utilizzo di questa parte della costa in epoca romana. Tutto sta a indicare che nel IV e nella prima metà del V secolo, quando l’insediamento costiero stava vivendo il suo periodo di fioritura, il porto era stato ampliato incorporando la zona prima disabitata nella parte nord-occidentale della baia, dove in seguito furono allestiti approdi aggiuntivi dirimpetto alla nuova linea di costa interrata.
Le indagini archeologiche sono state riprese nel 2021 perché dettate da un ampio progetto che prevede la risistemazione del pertinente specchio di mare e la costruzione di un molo. Gli scavi sono stati condotti da un’equipe di esperti provenienti da istituzioni riunite nel Consorzio di archeologia subacquea, al quale si è aggregato anche il Centro per l’archeologia preventiva dell’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia. 
 

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