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Žagar Zora

Zora Žagar, consulente museale ed etnologa, dipendente di lunga data del Museo del Mare ˮSergej Mašeraˮ Pirano, (Lubiana, 6 novembre 1950 - Lubiana, 21 maggio 2007).

 

Nel 1977 si è laureata in etnologia e storia dell'arte presso la Facoltà di Lettere di Lubiana e nel 1978 si è impiegata presso il Museo del Mare ˮSergej Mašeraˮ di Pirano come curatrice museale di etnologia. Ha dedicato il suo lavoro soprattutto alle saline, alla pesca marina e all'olivicoltura. Con il suo lavoro ha aperto nuovi indirizzi nella museologia slovena ed europea. Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi nazionali ed esteri.

 

Tra il 1982 e il 1984, Zora Žagar ha condotto una serie di ricerche etnologiche topografiche nelle saline di Pirano (Strugnano, Fasana, Sicciole) e fino al 1985, assieme a Mojca Ravnik, ha compilato l'inventario del patrimonio culturale delle saline di Sicciole. Nel 1987, ha allestito la mostra "Le saline di Sicciole, ieri, oggi, domani", presentando il patrimonio culturale e naturale delle saline di Sicciole. Dal 1989 ha coordinato il progetto per l'istituzione del Museo delle Saline. Per l'eccezionale importanza del patrimonio naturale e culturale, nel 1990 le Saline di Sicciole sono state dichiarate parco naturale e l'area dei canali Giassi e Cavane 131 è tutelata come monumento etnologico.

 

Sotto la direzione Elica Boltin Toma, si è deciso di situare il nascituro Museo delle Saline in località Fontanigge nella zona del canal Giassi, secondo una vecchia idea dell'ex direttore del Museo del Mare dott. Miroslav Pahor. L'idea di fondo per la scelta dell'ubicazione, è stato il desiderio di aprire il museo nel suo ambiente originale il che avrebbe contribuito significatamene alla qualità e all'originalità della presentazione. In questa zona è stata così ristrutturata la prima casa di salinai, nella quale nel 1991 è stato poi anche inaugurato il Museo delle Saline sotto la direzione esperta di Zora Žagar. Allo stesso tempo, sono state restaurate due vasche salanti, dove i salinari del museo, estraevano il sale marino in modo tradizionale fino al 2007, quando il Museo del Mare ha ricevuto il divieto di produrre il sale. Fino al 2003 sono state ristrutturate altre due case di salinai ed è stato costruito un molo in legno per lo sbarco. Nell'aprile del 2001, il governo della Repubblica di Slovenia ha dichiarato il Museo delle Saline monumento culturale di importanza nazionale e nel 2004, nell'ambito del programma Europa Nostra 2003 nella categoria Paesaggio Culturale, il Museo del Mare ˮSergej Mašeraˮ di Pirano ha ricevuto la Medaglia dell'Unione europea per il suo Museo delle Saline.

Per Zora Žagar il museo era destinato principalmente alle persone, ai visitatori e non solo ai conoscitori. Era convinta che la creatività umana, anche nell'era dei computer, sia ancora il primo punto di interesse per i visitatori, soprattutto quando viene presentata da un ex salinaio, che diventa così un oggetto museale vivente. Secondo lei, l'uomo è sempre da associare all'oggetto e, da un punto di vista museologico, l'oggetto originario nel suo ambiente testimonia il passato in maniera più autentica.

 

La sua convinzione che la didattica museale vada diffusa alla più ampia cerchia di persone, è stata da lei messa in prassi con la pubblicazione di saggi e articoli, curando pubblicazioni e allestendo mostre sulla produzione del sale, la pesca e l'olivicoltura. La sua attività di ricerca nel campo della pesca si riflette in articoli sulla pesca marittima privata e industriale, in una mostra permanente sulla pesca nell'edificio principale del Museo del Mare e in diverse mostre occasionali. Ha collaborato con importanti etnologi sloveni in vari progetti i cui risultati sono visibili nel dettaglio nella sua bibliografia.

 

Si è sempre prodigata per conservare il patrimonio etnologico nella sua forma più originale possibile. Desiderava preservare una natura incontaminata per le generazioni future, una maggiore convivenza dell'uomo con la natura e preservare le tradizionali saline di Pirano, l'olivicoltura e la pesca.

 

Nadja Terčon, Snježana Karinja

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