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Sauro Nazario

Nazario Sauro (Capodistria, 20. 09. 1880 – Pola, 10. 08 1916)

 

Nazario Sauro nacque a Capodistria da padre Giacomo Sauro, di origini romane, e madre Anna Depangher di Capodistria. La famiglia Sauro viveva vicino alla Piazza dei pescatori (Campo S.Andrea) tra i rioni di Bossadraga e Porta Isolana, quindi Nazario era legato al mare e alla marineria fin dalla giovane età. Il mare era la sua passione. Veleggiava e remava molto, anche come membro del famoso club di canottaggio Libertas di Capodistria, che aveva sede in un ex magazzino del sale non lontano dalla casa dei Sauro.

 

All'età di 24 anni si iscrisse alla scuola navale di Trieste che completò con successo ottenendo il diploma di ufficiale di marina.

 

Lavorò per diverse compagnie marittime; La compagnia austroamericana dei fratelli Cosulich, il Lloyd Adriatico ed infine per la Compagnia di navigazione Capodistria. Comandò diversi famosi piroscafi capodistriani, tra cui: Vittor Pisani, Cassiopea, Carpaccio, Oltra e San Giusto.

 

A quel tempo la città di Capodistria si trovava entro i confini dell'Impero austro-ungarico e gli italiani di Capodistria, soprattutto dopo il 1866 e con la nascita e la diffusione del movimento irredentista in Istria, sostenevano l'annessione della penisola istriana all'Italia. Nazario Sauro fu anche un ardente irredentista, ispirato dalle idee risorgimentali di Mazzini e dei socialisti nazionali italiani. L'irredentismo italiano non era favorevole alla popolazione slava in Istria, poiché veniva percepita come filo-austriaca o competitiva a livello nazionale. Durante la sua attività irredentista, Nazario Sauro aiutò anche i ribelli albanesi contro il dominio ottomano in Albania.

 

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e una ancor maggiore radicalizzazione dei nazionalismi, soprattutto di quello italiano, Nazario Saura lasciò Capodistria e si trasferì a Venezia, dove si arruolò volontariamente nella Regia Marina Italiana con il grado di tenente di vascello si impegnò, da interventista, per l'entrata in guerra dell'Italia. 

Per rimanere irriconoscibile agli austriaci, cambiò il suo nome in Nicoló Sambo. Per le autorità austro-ungariche, quindi, in quanto cittadino dell'impero, era considerato un disertore e un traditore.

 

Durante i 14 mesi di guerra Sauro comandò varie navi e sottomarini. Rimane famoso soprattutto come sommergibilista esperto e innovativo, per le sue tattiche di penetrazione nei porti nemici. Tra le sue azioni di maggior rilievo, con il siluramento e il bombardamento delle postazioni portuali austriache, figurano anche gli attacchi a Monfalcone, Sistiana, Parenzo e Pirano. Dell'attacco di Sauro a Pirano scrive anche Diego de Castro nel suo libro autobiografico Memorie di un novantenne.

 

Nel luglio 1916, in qualità di ufficiale di rotta, partecipò alla missione del sommergibile Giacinto Pullino nel Quarnero, dove si incagliò inaspettatamente vicino all'isolotto di Galiola, da dove non poté proseguire verso Fiume e nemmeno rientrare nelle acque italiane. La marina austro-ungarica catturò Sauro su una scialuppa di salvataggio e poi lo portò a Pola, dove fu processato per alto tradimento in un tribunale militare da cui fu riconosciuto, nonostante il falso nome, e condannato a morte per impiccagione. Il 10 agosto 1916 la sentenza fu eseguita.

 

Nazario Sauro in Italia è venerato come eroe nazionale. Da noi invece questa celebrazione evoca anche il ricordo della politica di snazionalizzazione dell'Italia nei confronti degli sloveni e dei croati nel Litorale, nell'Istria e nella Dalmazia. Durante il regime fascista, la sua figura e il suo irredentismo furono celebrati a fine ideologico. Entrambi i figli di Sauro parteciparono attivamente all'espansionismo fascista, soprattutto il figlio Italo influenzò notevolmente l'atteggiamento antislavo e snazionalizzatore delle forze di occupazione italiane.

 

L'ammiraglio in pensione ed ex sommergibilista Romano Sauro, nipote di Nazario e figlio di Libero Sauro, scrisse nel 1913, insieme al figlio Francesco, il  libro sul nonno “Nazario Sauro, storia di un marinaio” che in una luce più conciliante nei confronti della Jugoslavia e con un evidente sforzo di obiettività storica descrive la vita e dell'opera di Nazario in un periodo storicamente complesso prima e durante la Prima Guerra Mondiale.
Dopo la prima guerra mondiale a Capodistria fu dedicato a Saura un grande monumento, che fu rimosso dai tedeschi dopo il 1943.

 

Il Museo del mare si occupa con la dovuta distanza storica e la massima obiettività di tutti i personaggi importanti delle nostre località che hanno lasciato un segno nella storia marittima. Per questo motivo abbiamo deciso di descrivere anche la vita e l'opera di questo storico sommergibilista capodistriano.

 

Franco Juri

 

 

Fonti e bibliografia:

♦ Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 90: Nazario Sauro, Roma 2017.

♦ Pavšič, Primož: Koprski veslaški klub Libertas, diplomsko delo Univerza v Ljubljani, Fakulteta za šport, Ljubljana 2011.

♦ Sauro, Romano;  Sauro  Francesco: Nazario Sauro - Storia di un marinaio,  La Musa Talìa, Venezia 2013.

♦ Žitko, Salvator: Italijanski nacionalizem in iredentizem - valilnica za kasnejši nastanek obmejnega fašizma, Acta Histriae 24, Koper 2016, 4, str. 689-704.

♦ Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/nazario-sauro_(Dizionario-Biografico)/

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