Mašera Sergej
Sergej Mašera (11.5.1912 - 17.4.1941) ufficiale di marina, tenente di vascello, eroe nazionale e decorato con la medaglia commemorativa partigiana, si è guadagnato un posto d’onore nella storia nautica slovena e mondiale grazie al suo gesto coraggioso, considerato un grande atto di eroismo e sacrificio, che ha risollevato il morale dei soldati e ha suscitato rispetto in patria e all'estero in quanto in sintonia con l'etica militare internazionale. Dopo la capitolazione dell'esercito jugoslavo, il 17 aprile 1941, egli minò il cacciatorpediniere “Zagreb” che si trovava nelle Bocche di Cattaro, e morì sulla nave assieme al tenente di vascello Milan Spasić che lo aveva affiancato in questa eroica impresa.
Sergej Mašera nacque a Gorizia, in una famiglia originaria di Caporetto. Nel maggio del 1915, nel pieno del primo conflitto mondiale, la famiglia si trasferì in Carinzia. A causa delle mutate condizioni politiche, della chiaramente espressa identità slovena e la visione del mondo del padre Franc, dopo la guerra e la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico i Mašera non tornarono più a Gorizia ma si stabilirono a Lubiana. Qui Sergej terminò la scuola elementare e poi anche il ginnasio reale (scientifico). Sostenuto l’esame di maturità, si iscrisse all’Accademia nautica di Ragusa dove, sin dalla sua costituzione, si formavano gli ufficiali della Marina militare jugoslava.
Diplomatosi nel 1932, Mašera iniziò la carriera da ufficiale con il grado di tenente di corvetta, dapprima sull’obsoleta torpediniera “T5” e in seguito sulla nave “Sitnica”. Attratto dal mondo dell’artiglieria, si specializzò in questo settore, frequentando il “famoso terzo corso di artiglieria” a Cumbor (Kumbor) nelle Bocche di Cattaro,“dove ne sapeva più dei professori”, concludendolo nel 1934. Dopo l’abilitazione fu trasferito all’Istituto di artiglieria di Lepetane e poi, nel 1936, al Comando della Marina militare a Zemun, dove preparò l’esame per il grado di tenente di vascello.
In quel periodo la Marina jugoslava aveva commissionato a Nantes, Glasgow e Spalato tre cacciatorpediniere (“Beograd”, “Zagreb” e “Ljubljana”). Quale esperto di artiglieria navale, Mašera fu nominato nella commissione che in Svezia doveva testare, acquistare e prendere in consegna i cannoni antiaerei del tipo Bofors per equipaggiare i tre cacciatorpediniere. Nel 1938 partì alla volta della Svezia dove lavorò nella fabbrica di cannoni Bofors e dove, profondamente impressionato da quella che considerava una realtà molto progressista e democratica, si sviluppò il suo orientamento umanistico. Il viaggio in Svezia gli valse anche notevole prestigio e il rispetto dei colleghi.
Nel marzo del 1941 Mašera fu trasferito dal cacciatorpediniere “Beograd “al “Zagreb” e quando scoppiò la guerra si trovava su questa nave nelle Bocche di Cattaro. La nave “Zagreb”, mascherata con rami d’ulivo, navigava nella baia di Teodo (Tivat). Il 16 aprile il Comando della Marina jugoslava accettò la capitolazione incondizionata e ordinò agli equipaggi di consegnare al nemico che stava arrivando le navi, i sommergibili e gli idrovolanti.
Su ordine del capitano Nikola Krizomali, all’annuncio della capitolazione dell’esercito jugoslavo l’equipaggio del “Zagreb” abbandonò la nave in gran confusione. Rimasero a bordo solo i tenenti di vascello Sergej Mašera, specialista in artiglieria, e Milan Spasić, specialista torpediniere. Coerente con la propria radicata fede militare, Mašera non accettava la capitolazione dell’esercito e della marina jugoslavi e quindi, dopo lo sbarco dell’equipaggio, entrambi gli ufficiali minarono la nave e la fecero esplodere affondando insieme ad essa.
Eroe nazionale e decorato con la medaglia commemorativa partigiana, Sergej Mašera si è guadagnato un posto d’onore nella storia nautica slovena e mondiale grazie al suo gesto coraggioso, considerato un grande atto di eroismo e sacrificio, che ha risollevato il morale dei soldati e ha suscitato rispetto in patria e all'estero in quanto in piena sintonia con l'etica militare internazionale.
Nadja Terčon