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Kopinič Josip

Josip Kopinič, sommergibilista, comunista, agente segreto, viceammiraglio e dirigente aziendale

Josip Kopinič, conosciuto anche con altri nomi usati in clandestinità (Ramón Valdés, Vazduh, Voškin, Mali, Aleksandar, Nino Brozović, Antun Kadić) è indubbiamente una delle figure più misteriose, controverse e affascinanti nella storia marittima slovena, jugoslava e internazionale, nonché del movimento comunista.

 

Nato nel 1911 e trascorsa l'infanzia nel villaggio di Radoviči presso Metlika, si iscrive, dopo un periodo di studio interrotto a Lubiana, alla scuola marittima elettrotecnica a Kumbor, nelle Bocche di Cattaro in Montenegro, diventando sottoufficiale della regia marina jugoslava. In qualità di elettrotecnico lavora a bordo del Nebojša, uno dei quattro sommergibili della marina jugoslava. Oltre a conoscere bene i sistemi elettromeccanici di navigazione, apprende anche a gestire un sottomarino. Sin dagli anni lubianesi influenzato dalle idee comuniste e dal suo amico Janez Marentič, membro del PCJ, Kopinič diventa a sua volta un efficace organizzatore delle prime cellule comuniste tra i marinai e i sottoufficiali nella Bocche di Cattaro.

 

In seguito alla repressione che decapita buona parte di queste cellule, nel 1934 lascia la marina e si rifugia, con l'aiuto dello scrittore sloveno Lovro Kuhar (Prežihov Voranc) a Vienna, dove partecipa ai disordini rivoluzionari ed aiuta decine di profughi a rifugiarsi nell'allora ancora progressista e democratica Cecoslovacchia.

 

Da Praga, quale affidabile quadro comunista, arriva a Mosca, dove, frequentando l' »Università comunista delle minoranze nazionali dell' Occidente« incontra per la prima volta Josip Broz-Tito, di alcuni anni più vecchio di lui e che a Mosca tiene lezioni nella suddetta università.
Entrambi diventano per il Komintern importanti personaggi di riferimento per l'area balcanica.

 

Con Tito Kopinič instaurerà, più tardi a Parigi, uno stretto rapporto di amicizia che avrà una notevole influenza sugli sviluppi della storia jugoslava e l'ascesa politica di Tito.
Kopinič fu uno degli agenti più abili e influenti del Komintern, nel corso degli eventi jugoslavi mantenne i contatti tra Stalin e Tito. Operò in Francia, Italia, Spagna, Turchia, Austria e Grecia. Greca era sua moglie Stela con cui ebbero tre figlie; Meri, Zvezdana e Vesna. Aiutò sempre Tito salvandogli anche la vita minacciata dalle purghe staliniane, giacché Broz fu sempre molto autonomo nel suo agire anche prima della seconda guerra mondiale, il che non era gradito al Cremlino.

 

Nel 1936, dopo il sollevamento militare fascista di Francisco Franco Bahamonde e lo scoppio della guerra civile in Spagna, Kopinič, quale ottimo militare, marittimo e agente segreto, è tra i primi cinque stranieri nelle file dell'esercito repubblicano spagnolo. Combatte a Madrid a fianco del suo vecchio compagno dei tempi di Mosca Enrique Lister, comandante del famoso Quinto regimento e in Estremadura, dietro alle linee nemiche, come sabotatore. Poi, quale esperto marittimo, viene inviato a Cartagena, dove organizza la riparazione di varie imbarcazioni militari in malo stato e partecipa alla formazione dei nuovi quadri della marina repubblicana.

Negli annali della Spagna repubblicana rimane memorabile l'impresa della squadra composta da tre sommergibili che, dopo aver superato il blocco nello stretto di Gibilterra, raggiunsero la costa settentrionale spagnola aprendo un varco nel cordone franchista che dal mare isolava le città di Bilbao, Gijon e Santander. Il sommergibile C-6, l'unico che, secondo fonti spagnole, combattè senza indugi, visto che i comandanti spagnoli erano molto indecisi, era capitanato dal sovietico Ivan Aleksandrovič Burmistrov, mentre il primo ufficiale era Ramon Valdes alias Josip Kopinič.

Dopo questa impresa Valdes divenne capitano di fregata della marina repubblicana spagnola, il grado più alto conferito ad uno straniero in seno alle forze armate spagnole repubblicane. Poco prima della fine della repubblica il governo di Negrin, che dopo la caduta di Madrid si era trasferito a Valencia, conferisce a Kopinič, cui viene consegnato un passaporto diplomatico, l'incarico di sveltire la riparazione di due sommergibili a Bordeux.

In Francia gli agenti della Gestapo operavano contro la repubblica sabotando anche i lavori nel cantiere con il fine ultimo di impossessarsi dei sottomarini e consegnarli a Franco. Il »diplomatico« Ramon Valdes, con un' astuta mossa giocata sulla scacchiera dello spionaggio tedesco, riuscì a far terminare in fretta i lavori e a far partire di sorpresa per Cartagena i sommergibili con due capitani sovietici e lui stesso a bordo. Per la seconda volta, grazie ai suoi consigli, i sottomarini superarono il blocco navale di Gibilterra ed arrivarono a destinazione.
Dopo il periodo diplomatico e di controspionaggio a Parigi, dove offre aiuto all' illegale Tito, torna a Mosca dove gli viene conferito il grado di viceammiraglio della marina militare sovietica. Da lì continua la sua attività di agente sovietico, collaborando anche con Tito. Durante la seconda guerra mondiale installa a Zagabria la prima stazione radio per i collegamenti tra Mosca, i Balcani e l' Italia. In questo periodo si scontra pericolosamente con la dirigenza comunista croata, soprattutto con Andrija Hebrang, da lui considerato un doppiogiochista. Come combattente della resistenza jugoslava ottiene il grado di collonnello dell' EPLJ.

Per l' Unione sovietica lavora, con il consenso del governo jugoslavo, nell'immediato dopoguerra anche da Istambul e ad Ancara, quale agente segreto. Nel periodo di tensioni tra Stalin e Tito informa puntualmente quest'ultimo sui pericoli che incombono su di lui. Dopo la crisi del Kominform e l'espulsione del partito jugoslavo dal blocco comunista sovietico nel 1948, Kopinič decide di tornare in Jugoslavia. Proprio grazie all'amicizia con Tito e all'aiuto prestatogli in vari frangenti, non subisce alcuna conseguenza per il lungo operato a favore di Mosca.

 

Nel 1952 viene nominato primo direttore del cantiere navale Uljanik (Scoglio olivi) a Pola. La sua esperienza e le capacità organizzative si fanno notare ben presto con il varo della prima nave mercantile e il recupero della nave ausiliaria italiana , già bananiera, Ramb III. Nel cantiere di Pola da questo recupero nasce la famosa nave di Tito Galeb, oggi patrimonio culturale della Croazia, 
Dopo 12 anni alla guida dell' Uljanik Kopinič diventa direttore del complesso industriale Litostroj a Lubiana. Lo dirige fino al pensionamento, nel 1969. Muore a Lubiana nel 1997 all'età di 86 anni.

 

Franco Juri

Sulla vita di Josip Kopinič è consigliata la lettura delle seguenti pubblicazioni: Naši Španci, založba Borec, Ljubljana, 1978; Vjenceslav Cenčić: Enigma Kopinič, Svedočanstva, Izdavačka radna organizacija "Rad", 1983; Igor Grdina: Josip Kopinič, Tvorci slovenske pomorske identitete, ZRC SAZU 2010; Jože Pirjevec: Tito in tovariši, Mladinska knjiga, Ljubljana, 2011.

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