Jagodnik Anton
Anton Jagodnik, palombaro (Podgrad, 28 maggio 1920 - Pola, 7 agosto 1960)
Il palombaro Anton Jagodnik (Toni) morì a causa di un'embolia subita durante i lavori subacquei per la demolizione della nave Rex. Nacque a Podgrad, vicino a Ilirska Bistrica. Durante la guerra, come sloveno del Litorale, fu arruolato nell'esercito italiano. Poco dopo la liberazione, superò a Fiume l'esame per palombaro. Nel 1947, fu assunto come palombaro dalla Brodospas e partecipò a numerose operazioni di immersione lungo tutta la costa jugoslava.
Durante i lavori di immersione e demolizione sulla distrutta e affondata nave Rex (1947-1956), fece parte della squadra palombari di Capodistria. Durante il primo piano quinquennale (1947-1951), che comprendeva tra le altre cose il recupero in superficie delle navi affondate, la sigillatura delle parti danneggiate, il pompaggio dell'acqua e il traino delle parti nei bacini di carenaggio o in cantiere, Anton Jagodnik si distinse per il lavoro, la diligenza e la lealtà al sistema. Per questi meriti, la direzione e il sindacato dell'azienda lo ricompensarono finanziariamente. All'epoca, le operazioni di recupero delle navi dal mare incentivarono lo sviluppo economico del Paese e furono di eccezionale importanza per lo sviluppo degli affari marittimi e pertanto finanziati con fondi pubblici.
Negli anni 1948-1955/56, la nave Rex, affondata nelle secche tra Isola e Capodistria, fu sistematicamente fatta a pezzi. I lavori di immersione per il taglio dei resti sommersi della Rex continuarono anche in seguito, addirittura fino all'inizio degli anni '60. La Rex fu tagliata da operai di diverse professioni metalmeccaniche. Come prima cosa i saldatori fecero dei fori nelle lamiere. In seguito, a una profondità di diciotto metri, i palombari tagliarono e segarono lo scafo in ferro della Rex e prepararono i pezzi per il sollevamento. Questi vennero sollevati, anche con l'aiuto della gru Veli Jože, trasportati a Pola con maone, dove nel cantiere di taglio del ferro vennero tagliati in pezzi più piccoli e poi trasportati in treno a Jesenice.
I palombari andavano al cantiere via nave. Nel 1949, per tagliare la Rex, a bordo della nave Labin, c'era la squadra palombari Capodistria. Di quest'ultima faceva parte anche Anton Jagodnik.
Per orientarsi, ogni palombaro doveva conoscere nei dettagli l'anatomia della nave affondata. Doveva inoltre attenersi scrupolosamente ai segnali e alle altre istruzioni concordate. Ogni immersione veniva preparata dall'intera squadra, guidata dal responsabile dell'intero recupero, solitamente un versatile ingegnere navale, un tecnico, un palombaro di lunga data o un altro esperto. Ad esempio, nel 1959, i palombari della Brodospas trascorsero e lavorarono sott'acqua per oltre diecimila ore. In mare svolgevano lavori subacquei difficili, quindi dovevano essere addestrati e ben preparati.
Nel lascito marittimo di Anton Jagodnik, oggi custodito dalla nuora Sonja Jagodnik, si trova anche il suo libretto di navigazione rilasciato nel 1958. Dal libretto apprendiamo che fu rilasciato nel 1958 a Pirano e che nel giro di due anni Jagodnik fu imbarcato su due navi a motore (Verudica e Tajan) come marinaio-palombaro. La prima pagina indica anche il giorno della sua morte. Mentre tagliava i resti della nave Rex, contrasse un'embolia, la malattia da decompressione. Poiché all'epoca l'ospedale di Isola non disponeva di una camera iperbarica, per essere curato Anton Jagodnik fu portato a Pola ma morì il 7 agosto 1960 (»stradao na Rexu«).
A Isola, dove aveva la sua ultima residenza permanente, lasciò una giovane famiglia: la moglie Angela e i figli Anica e Vladimir.
Testo di Nadja Terčon
Fonti:
Documentazione fotografica del museo
Fonte orale : Sonja Jagodnik, Izola – Podgrad, 2022
Žitnik, Edvard: Rex - kraljevsko ime, ladje usodno znamenje, RTV Slovenija, 2005/2006
Terčon, Nadja, Juri, Franco, Marinac, Bogdana, Karinja, Snježana: REX, mit iz plitvine, 2022